Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Via Garibaldi-Palazzolo Acreide
Dal Piano della Guardia, la vecchia trazzera regia, oggi via Garibaldi, penetrava nell’abitato per raggiungere il centro cittadino, che fino alla seconda metà dell’800, era la zona circostante piazza Umberto I, detta genericamente “S. Paolo”.
La via Garibaldi è stata la prima strada rotabile del paese e si presenta piuttosto stretta e tortuosa, ma agevolmente attraversabile con qualsiasi tipo di automobile. Percorrendo questa importante arteria, partendo da piazza Pretura, si va dalla zona di espansione, nell’800 e nel ‘900, verso l’antico centro storico medioevale posizionato a nord est della città e interessata dagli antichi quartieri di San Paolo, dell'Annunziata, dell'Addolorata, dello Spirito Santo, dell'Ebraida e di Castelvecchio (popolanamente "Castieddu Minzanu").
Così la via è caratterizzata dal susseguirsi, sul lato sinistro, di borghesi palazzi ottocenteschi, fino all’altezza della chiesa di S. Antonio. A destra della strada, invece, lo sviluppo urbano è avvenuto solo in questo secolo. Dalla Chiesa di S. Antonio in poi (consacrata alla "Madonna Addolorata"), la via Garibaldi diventa settecentesca. Sempre a sinistra si incontra il palazzo Pricone-Ferla, un’antica ed austera costruzione con bel portale sormontato da stemma nobiliare e quattro balconi con splendidi mensoloni raffiguranti mascheroni ed animali mitici. Questa “casa palazzata” dei Ferla di Tristaino (oggi Pricone), di cui si ha una documentata esistenza prima del terremoto del 1693, può essere uno dei pochi esempi di architettura palazzolese sopravvissuta al sisma. A circa una cinquantina di metri, si può ammirare la superba balconata del settecentesco palazzo Cafici, poi Iudica (oggi Caruso). E’ questa la più lunga balconata barocca del mondo. I mensoloni, in numero di 27, sono mascheroni con “sberleffo” differenti l’uno dall’altro. I mensoloni centrali, assieme ad altre rappresentazioni grottesche, sembra, abbiano un misterioso significato allegorico. Il design architettonico della facciata risente ancora di un tardo influsso barocco, mentre i mensoloni ed altre decorazioni sono ispirati a gusti neoclassici. Ultimamente, il palazzo ha subito un radicale restauro architettonico e strutturale a causa dei danni riportati dal terremoto del 1990. Da notare ancora, proseguendo per questa via, il piccolo palazzo Cobis con portale e balconcino barocco a sinistra ed un antico arco a destra.
La strada conduce, e qui ha fine, a piazza Umberto I.